L’Altare consacrato da Cristo Signore in persona
Chiesa monumentale della Santa Vergine Maria
La Sacra Famiglia risiedette in questo posto circa 6 mesi e dieci giorni e conformemente al calendario Egiziano e quello Giuliano, prevalenti in quel tempo, la Sacra Famiglia arrivo` a Qosqam la notte del giorno 7 Baramudah corrispondente al 2 aprile e lasciarono il villaggio la mattina del giorno 6 Babah corrispondente al 3 ottobre.
Al Maqrizi, nel 15esimo secolo, ricordo` che in questo monastero Cristo Signore ci dimoro` sei mesi e alcuni giorni.
Si dice che la chiesa antica di Santa Maria (ubicata al lato ovest del monastero El Muharraq) sia sorta nel 60 d.C., dopo la venuta di San Marco Evangelista in Egitto, e che Gesu` Cristo, dopo la sua Risurrezione, abbia consacrato di persona l’Altare della Chiesa con l’acqua, in presenza della Vergine Maria e dei Discepoli. Questo secondo quanto raccontato dalla Madre di Dio che apparve in sogno a sua Santita`, Papa Teofilo (il 23esimo Patriarca verso la fine del quarto secolo) e gli rivelo` tutti i dettagli del viaggio storico della Sacra Famiglia in Egitto, quei dettagli che sono stati successivamente scritti dal Papa nel suo noto “Maymar”. Santa Maria gli rivelo` anche che Gesu` Cristo, Gloria al Nome suo, aveva consacrato, con le sue pure mani questa Chiesa (secondo quanto riportato nel Sinassario manoscritto e conservato nel monastero El Muharraq sotto il numero 9/2, 9/3 e secondo cio` che ha registrato Sua Eminenza, Anba Gregorio, nel suo libro sul Monastero, pag. 106 e l’Agiografia del giorno 6 Hatur).
Quest’antica Chiesa e` caratterizzata dalla sua modesta costruzione, nonostante le modifiche e le opere di ristrutturazione svolte sull’eddificio nel corso degli anni. In effetti, essa non segue il metodo scientifico adottato dall’Architettura delle Antichita` Copte, o in altre parole, essa e` contraddistinta dalla sua singolare struttura e natura architettonica, in quanto e` molto modesta, non artefatta, di mattoni rossi e le pareti non sono lineari, oltre alla mancanza di ornamenti, decorazioni o antiche pitture murali copte…eccetera.
Chi svolge ricerche sullo stile architettonico delle antiche chiese in Egitto, trova che alcune di queste , dopo la loro ristrutturazione sono diventate dei veri Capolavori della magnifica Arte Copta. Eppure, questo non e` accaduto alla nostra Chiesa monumentale della Vergine Maria, nel corso delle sue diverse fasi di restauro e fino al 19esimo secolo (tranne che per le tre cupole, posizionate al di sopra dell’Altare, che furono erette nel 16esimo secolo). Dunque, si tratta di una vecchia tradizione ferma e radicata nel profondo dei cuori dei Padri responasabili in questo Monastero. Vale a dire, il fatto di non cambiare o modificare niente nella Chiesa, in base ad un ordine Divino che vuole che la Chiesa rimanga intatta per testimoniare, nel corso dei secoli, l’umilta` dell’Unico Figlio che ha preso l’immagine di uno schiavo per salvare e redimere il Suo popolo ( secondo quanto rivelato dalla Beata Maria Vergine al Papa Teofilo 23 esimo).
Secondo quanto documentato nella tradizione storica, la Chiesa e` quella casupola abbandonata in cui visse la Sacra Famiglia, la cui superficie e` rimasta uguale fino al 19 esimo secolo. Agli inizi dell’epoca Cristiana, tale casa si trasformo` in una chiesa, e quindi sono state fatte le divisioni e le sezioni adeguate al Rito ecclesiastico. E` stato creato l’Abside al lato est dell’Altare, simbolo delle braccia distese di Dio per accogliere la sua Chiesa, che e` in attesa della sua seconda Venuta. In piu`, sono state edificate due stanze ai due lati dell’Altare, in cui si manifesta evidente la semplicita` assoluta estranea a qualsiasi metodo scientifico o arte architettonica, ma tuttavia caratterizzate dall’antica natura autentica del Rito e dei canoni della Chiesa. La stanza a sinistra veniva usata per i paramenti liturgici dei Sacerdoti, percio` e` sprovvista di una porta che si apre sulla navata della Chiesa. Mentre la stanza a destra veniva usata per il servizio dei Diaconi e aveva un buco nel pavimento, in basso al muro orientale, per svuotare l’incensiere (o turibolo) alla fine della liturgia.
L’Altare dell’antica Chiesa della Beata Santa Maria e` posizionato esattamente “in mezzo al paese d’Egitto” per adempiere alla lettera la parola di Dio detta dal Profeta Isaia : “In quel giorno ci sara` un altare dedicato al Signore in mezzo al paese d’Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera” ( Isaia: 19:19).
All’epoca, quando il muratore copto volle trasformare la casa in una chiesa, e costruire i quattro pilastri intorno all’Altare, simbolo dei quattro Evangelisti secondo il Rito ecclesiastico, ma visto lo spazio molto stretto, allora, con il suo stile rurale , dipinse i quattro pilastri sulle pareti a destra e a sinistra dell’Altare e dipinse le loro corone a forma di ‘cipolla’.
L’oggetto piu` prezioso nel Presbiterio e` l’Altare di pietra. In genere, per gli archeologi e` noto che gli altari di pietra si usarono in epoche molto antiche. In aggiunta, la tradizione sostiene l’antichita` di questo Altare, in quanto rappresenta la pietra su cui si sedette Cristo Signore, Gloria a Lui, da Bambino, benedicendola con la sua divina mano per tutte le generazioni ed i secoli a venire.
Sua Eminenza, il defunto Anba Gregorio, riporto` un aneddoto assai curioso e singolare sull’Altare raccontato dai Monaci anziani del Monastero (negli anni sessanta del Ventesimo secolo) : Uno dei Capi del Monastero, nel 20esimo secolo, ritenne che l’Altare fosse molto piccolo per contenere la Santissima Eucaristia (Santissima Ostia) nonche’ i vari oggetti ed utensili liturgici, per cui voleva demolire l’Altare e sostituirlo con un altro piu` grande. Il monaco che prese in mano l’ascia o l’accetta per ubbidire all’ordine del Capo, la mano gli rimase paralizzata al primo colpo. Egli urlo` e si rifiuto` di proseguire il lavoro . La sua mano torno` a muoversi solo dopo implorazioni, preghiere e l’unzione con l’Olio Sacro. Cosὶ la grazia che gli fu concessa servὶ di lezione.
Per questo, il defunto Anba Sawiros, Vescovo nonche’ Capo del monastero El Muharraq, e` stato molto attento a mantenere intatta la condizione originaria ed antica di questo Altare, in modo da posarci solamente gli utensili sacri usati durante la Santissima Messa, mentre i candelabri si mettono sul pavimento intorno all’Altare.
L’Altare ha la forma di un cubo dagli spigoli non uguali, sul suo piano c’e` un blocco di marmo che ha uno spigolo a forma semicircolare su cui sono incise parole greche tradotte in : “Riposi in pace il Beato Caltos” e datate il 15 Kiyahk dell’anno 463 corrispondente al giorno 11 Dicembre del 746 d.C. (conformemente al Calendario vigente in quel tempo). Questo piano di marmo semicircolare e` una prerogativa specifica degli antichi altari copti in Egitto. La forma semicircolare e` una vecchia tradizione copta frequente nelle icone come quella che rappresenta l’Ultima Cena, in cui il tavolo o la mensa ha la forma di un semicerchio.
Si nota anche che le porte interne, esterne del Presbiterio nonche’ quelle della chiesa stessa siano tutte basse, il che porta il passante a inchinare un pochino la testa per rispetto e riverenza verso la Casa di Dio.
Il Presbiterio con le sue due stanze e l’Altare rappresentano la parte piu` antica della Chiesa monumentale e per via delle numerose opere di ristrutturazione, le pareti del Presbiterio sono diventate massicce.
Per quanto riguarda la navata della Chiesa, essa fu modificata nel 19esimo secolo rispetto a com’era prima. Dalla sua vecchia struttura, che esisteva prima del 19esimo secolo, e` rimasto soltanto il muro meridionale che si estende lungo il primo ed il secondo Coro. Mentre tutti gli altri muri (La parte rimanente del muro meridionale nel terzo Coro, oltre a quelli occidentale e settentrionale, sono stati creati nel 19esimo secolo.
E` difficile confermare se ci fossero o meno delle vecchie cupole in alto alla navata della Chiesa. In base alle informazioni raccolte finora, la Storia testimonia che la Chiesa non e` stata mai devastata, ma indubbiamente andava restaurata di tanto in tanto, visto che i suoi edifici sono costruiti di mattoni cotti.
Le ristrutturazioni che conosciamo furono svolte come segue:
– Nel 16esimo secolo, furono costruite le tre cupole al di sopra dell’Altare e nel 19esimo secolo fu lievemente allargata la navata della Chiesa ed edificate le sette cupole in alto alla navata con archi o pennacchi da sostegno. Cosὶ la navata ha tre Cori, secondo l’ antica suddivisione delle Chiese nei primi secoli: il Coro degli Ascoltatori
(i Catecumeni che si preparano a ricevere il Battesimo), il Coro dei Piangenti (o i Pentiti) ed il Coro dei Fedeli Credenti (coloro che partecipano al Sacramento dell’ Eucaristia). Inoltre, fu costruita la sala esterna al centro della quale ci stavano due colonne ed era coperta di un tetto in legno, su cui fu eretta la chiesa degli Etiopi. Negli anni trenta del ventesimo secolo, sono stati applicati uno strato di gesso in tutto l’edificio della Chiesa (all’interno come anche all’esterno) e le piastrelle sul pavimento, ed e` stata eliminata la chiesa degli Etiopi, in quanto rappresentava un sovraccarico sull’edificio della Chiesa.
L’Iconostasi chiamata il Velo Sacro del Presbiterio
Attualmente, ci sono due Iconostasi: una si trova direttamente davanti al Presbiterio e separa tra esso e la navata e risale ai secoli 16/17 d.C. Comunque, lo Storico della Chiesa, Anba Youssab, Vescovo di Fooa (o Fuwwah) ha ricordato nel libro: “Storia dei Patriarchi”, che il Papa Gabriele Ibn Trick, 70esimo Patriarca (1131-1145 d.C.), fu il primo a introdurre le sezioni in legno sui presbiteri, le quali si trovavano esclusivamente nella chiesa di Abu Serga.
La seconda Iconostasi e` composta da piccoli pezzi di legno di forma architettonica assemblati insieme con tanta precisione, seguendo il metodo di griglia di legno intercalata, ed hanno la forma di unita` ripetute che danno alla fine l’aspetto di una croce incisa e intarsiata di Avorio. Ai quattro angoli della croce, c’e` una figura altrettanto incastonata di avorio, simile a un pesce nella prima fase della sua crescita, come simbolo dei quattro Vangeli che rappresentano la nuova vita basata sulla croce di Cristo Signore, il Centro nonche’ l’origine vera dell’esistenza del Credente.
Le lampade e le uova di struzzo
Se la chiesa simboleggia il Cielo, allora le lampade (o lanterne) e le candele simboleggiano le stelle, nel senso che se il Cielo fisico e` costellato e cosparso di luci e di stelle, allora ne deve essere piuttosto costellato il Cielo spirituale. L’illuminazione nella chiesa e` una tradizione tramandata dal tempo degli Apostoli, in quanto l’attico in cui si radunavano era illuminata con molte lampade (veda Atti degli Apostoli 20:8). L’illuminazione nella chiesa non si limita ad essere un simbolo come lo erano gli Olocausti annullati poi con il Sacrificio della Redenzione di Cristo Signore, pertanto le lampade o lanterne accese con l’olio d’oliva puro esprimono la luce di Gesu` Cristo che sorge tramite i suoi Santi.
Le lampade della chiesa si accendono davanti alle icone durante la Santissima Messa, mentre quella posizionata ed est e` sempre accesa affinche’ non si introduca un fuoco estraneo alla chiesa, ed e` anche il simbolo di cio` che disse Dio a Mose` circa la lampada che deve essere tenuta continuamente accesa sulla Cupola di Testimonianza (veda Esodo 27: 20-21). La lampada ad est indica altresὶ la Stella Cometa che apparve ai Magi nell’Oriente. Inoltre, la lampada davanti alla porta del Presbiterio (attualmente annullata perche’ alcuni si divertivano a giocarci) doveva essere sempre accesa. Le lampade decoravano la chiesa e all’interno erano appese le uova di struzzo, come simbolo della Risurrezione
(Veda Giobbe 39:14,15).